VENDETTA NELLA SELVA
Secondo alcuni storici, la famiglia Malaspina sarebbe nata verso il XIII secolo dalla casata degli Obertenghi, provenienti dall’alta Valle della Staffora, nell’oltrepò pavese. Il Lamorati, un religioso autore di "Historie di Lunigiana", parla invece di un’origine molto più antica, risalente alla leggendaria città di Luni.
Secondo il religioso infatti, dopo Alarico e Attila, a Luni arrivò Teodoberto re dei Galli. Smisuratamente bramoso, Teodoberto mise a ferro e fuoco ogni luogo lungo il proprio cammino fino ad arrivare a Luni. Non riuscendo nell’impresa di espugnarla, contrastato da Ilduino Martio, principe della città, Teodoberto propose quindi una pace fasulla al solo scopo di farsi aprire le porte.
Una volta dentro iniziò la strage: anche Ilduino figurava tra i morti. La notte del massacro, a Teodoberto, apparve in sogno Sant’Ambrogio, che indignato gli diceva: "Pagherai, o avvoltoio, ciò che hai fatto!".
Tempo dopo, Teodoberto si ricordò del sogno. A caccia nella selva di Fosdinovo, con al seguito anche Accino, figlio di Ilduino, che era riuscito a entrare nelle grazie del tiranno, il re si perse durante la battuta di caccia. Stanco, decise di aspettare il seuo seguito riposandosi. Accino, disarmato, prese allora una grossa spina e la introdusse nell’orecchio di Teodoberto fino al cervello. Accino venne esaltato dall’imperatore Giustiniano, che lo ricevette a Costantinopoli e lo nominò marchese, con lo stemma dello Spino Fiorito con l’aquila d’oro imperiale e due teste coronate. Gli consentì inoltre di cambiare il nome, da Martio a Malaspina, a ricordo dell’impresa compiuta nella selva di Fosdinovo.
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