L’eCOMUSEO DELLA MONTAGNA LUNIGIANESE

L’Ecomuseo della Montagna Lunigianese è un sistema di organizzazione dei siti di interesse naturalistico, storico, architettonico, artistico di un territorio compreso in gran parte nel comune di Fivizzano e di Casola.
Si struttura in nove itinerari tematici:
Preistorico, i primi segni dell’uomo.
Itinerari storici: la pietra, Fivizzano Città Nobile, l’economia e l’archeologia industriale, il romanico e l’arte medievale.
Storico antropologico: il castagno
Umano: la memoria delle stragi nazifasciste
Paesaggio agrario e dell’agricoltura
Naturalistico: le vie dell’acqua.
Il Romanico e l’arte medievale
In Lunigiana si incrociavano le principali vie della cristianità: la Via Francigena soprattutto, il Camino de Santiago che da Roma, attraverso Lucca e la Liguria portava in Francia e in Spagna, la Via del Volto santo verso Lucca. Il territorio si riempì di pievi e chiese romaniche e di ospedali per il ricovero dei pellegrini e dei viandanti.
La Lunigiana orientale, soprattutto lungo la Via del Volto del Santo, si arricchì delle pievi di Codiponte, Pognana, Vendaso e Viano, la chiesa di San Terenzo, la chiesa di San Michele di Monte dei Bianchi, antico monastero, la Chiesa di San Geminiano di Alebbio, con tre absidi poste a croce, la Chiesa di San Venanzio di Cerignano e la chiesa di Santa Margherita di Verrucola.
Le vie dell’acqua
Terra ricca di torrenti e corsi d’acqua, la Lunigiana ha legato la sua storia all’economia della pastorizia, dell’agricoltura e dei mulini. Acque dunque imprescindibile nel fivizzanese per la vita delle genti lungo le valli del Lucido, del Rosaro e dell’Aulella.
Equi Terme allora, famosa appunto per le proprietà termali delle sue acque e per le cavità carsiche delle Grotte; Monzone, in località Acqua Nera, con la sorgente di acqua salata e il mulino; Fivizzano, con la Fontana Medicea, al centro della piazza; Arlia con la centrale idroelettrica in stile liberty degli anni trenta e il mulino d’Arlia, funzionante e con pannelli didattici.
Il Castagno
I boschi di castagne sono una delle caratteristiche principali di tutta Lunigiana. Nel XIX secolo, il 35% circa del territorio di Fivizzano erano coltivati a castagneto. Non solo il legno legno che dava la pianta per strumenti e arredi, ma anche le foglie per il rusco, spesso oggetto di contese tra paesi vicini per il suo uso, come tra Argigliano e Minucciano, le castagne per la farina, le pattone e il pane.
A Sassalbo, l’unico abitato compreso nel Parco Nazionale dell’Appennino, i castagneti sono la caratteristica principale, con i metati, o seccatoi dove i frutti venivano seccati a fuoco lento. Le castagne venivano poi macinate nei mulini per produrre farina da usare per il pane o le pattone, come ad Arlia, Posara e Turano.
Ad Agnino si svolge ogni anno la sagra della pattona.
Il paesaggio agrario e l’agricoltura
L’agricoltura, l’attività principale della Lunigiana per secoli, ha cambiato il volto del territorio mantenendo un equilibrio tra le aree naturali e antropizzate. Dal fondovalle si nota una fascia di orti nei pressi dei corsi d’acqua e delle case, quindi una fascia di seminativo a grano e granturco, ortaggi e alberi da frutto, vigneti e oliveti. Più in alto la grande fascia del castagneto e salendo una fascia grande di bosco ceduo, faggete e pascoli fino a giungere alla montagna.
Il paesaggio montano è particolarmente presente a Vinca e Sassalbo, alle due estremità del comune di Fivizzano, a forma di mezzaluna. I due borghi si trovano rispettivamente nel Parco Regionale delle Alpi Apuane e nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Entrambi presentano un paesaggio montano ed alpestre con pascoli e boschi. Le antiche attività di pastorizia sono evidenti nelle capanne dei pastori.
Il paesaggio collinare è ben visibile nei paesi di Soliera, Moncigoli e Agnino. Dolci declivi coltivati a alberi da frutto, oliveti e vigneti e vasti prati caratterizzati da terrazzamenti e mura a secco, intervallati da luoghi di ricovero degli attrezzi e case coloniche.
A Fivizzano invece, sotto le mura medicee, erano presenti orti lungo il fiume Rosaro, che producevano frutta e ortaggi per la città.
A Gassano e Gragnola invece, il paesaggio agricolo si adatta al fiume, lungo l’area di esondazione dove venivano ricavati gli orti e dove si procedeva alla pulizia dei rami e tronchi portati dalle piene.
La memoria delle stragi nazifasciste
Fivizzano è Medaglia d’oro al merito civile e Medaglia d’argento per la sua attività partigiana e il sacrificio della sua popolazione negli anni dal 1943 al 1945. Più di 400 i morti civili delle stragi che hanno macchiato i paesi di queste valli: Mommio, Bardine, Valla, Gragnola, Vinca, Monzone e Tenerano. La memoria di quei fatti tremendi è ancora viva nelle associazioni e nei monumenti alla memoria.
A Mommio, il 4 e 5 maggio 1944, nella prima fase della lotta partigiana, i tedeschi rastrellarono con migliaia di soldati della Repubblica di Salò e della Wermacht il paese, dove furono trucidate 17 persone e proseguirono poi fino a Regnano, nel comune di Casola in Lunigiana.
A Bardine San Terenzo e Valla, il 19 agosto 1944 una rappresaglia per un attacco partigiano ad un convoglio che provocò 17 morti fra i soldati tedeschi, provocò la reazione delle truppe tedesche che scovata la popolazione che si nascose a Valla, venne fucilata.
A Vinca, nei giorni 24, 25, 26 agosto 1944, lo stesso comandante del massacro di Bardine, Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, Walter Reder, insieme a fascisti italiani massacrò la popolazione uccidendo 142 persone, scendendo poi anche a Vinca, Gragnola, Monzone e Tenerano.
I Primi Segni dell’uomo
L’uomo di Neanderthal fu tra i primi a calpestare la terra di Lunigiana. In cerca di caccia passarono dalle Apuane e le valli di Equi in particolare. In epoca eneolitica, nuove popolazioni transumanti cominciarono a sistemarsi nella zona, seppellendo i morti in piccole caverne e grotte, usandole per il riparo anche per le greggi e scolpendo le statue stele.
A Equi Terme, nella Tecchia, sono stati ritrovati utensili di epoca neanderthaliana. Lungo il Solco di Equi si aprono numerose cavernette sepolcrali, come la Tana della Volpe, dove si deponevano i corpi dei defunti. La Grotta delle Felci è una cavità usata come riparo, mentre il Buco del Diavolo è una fenditura legata forse al culto delle acque.
Anche nella Tecchia di Tenerano sono stati ritrovati reperti preistorici,mentre a Pontevecchio sono state scoperte 9 statue stele.
L’economia e l’archeologia industriale
Sin dall’epoca preistorica, le attività umane per la propria sussistenza hanno lasciato segni evidenti nel territorio. Ad Equi Terme, l’uomo di Neanderthal battè questa zona per la presenza dei grandi animali che gli procuravano cibo, poi anche i pastori eneolitici, con i loro strumenti, alcuni dei qualo si trovano nell’Archeoparco delle grotte.
A Gragnola invece, ai tempi dei Bianchi di Erberia, vigeva il sistema economico curtense. La feudalità imponeva al contadino di lavorare la terra del padrone pagandogli parte del raccolto e della produzione. Nel borgo invece, la febbrile attività mercantile percorreva le strette vie e le botteghe.
Ma uno dei più importanti mercati era proprio Fivizzano, nata lungo la strada che portava dal mare a Lucca, Modena e Reggio Emilia. La piazza medicea, con i suoi portali a bottega, ospitava affollati mercati dove non solo c’erano contadini e artigiani, ma notai, i fornitori di credito e speziali. Nel 1471 Jacopo da Fivizzano stampò i primi libri in Italia.
Più vicini ai nostri giorni, nel territorio di Monzone l’industria del marmo ha lasciato il proprio segno con cave, sistemi di trasporto e i resti della teleferica del Balzone, la più grande al mondo. Tutto ciò è documentato nel Museo del Lavoro nella Valle del Lucido, allestito nella Stazione FFSS del paese.
La pietra
L’arenaria della Lunigiana, la pietra per eccellenza degli edifici religiosi, i castello e degli abitati dei borghi. Il grigio che splende al sole d’estate o il fascino del grigio scuro della pietra bagnata dalle piogge invernali sono uno dei simboli della Lunigiana, così come le statue stele. Molte sono le cave nel territorio, forse la più importante si trova a Pognana, da dove proviene la pietra dei portali, delle finestre e delle pavimentazioni, della pieve di Pognana, del ponte del gallo nel borgo della Verrucola e del paramento murario del castello del castello.
Per approfondire:
I musei della Lunigiana