I ROMANI E l’EPOCA BIZANTINA IN LUNIGIANA
Dopo aver assoggettato i Liguri Apuani, i Romani fondarono nel 177 a.C. la colonia di Luni, iniziando la romanizzazione del litorale, del territorio circostante e della parte più a sud della Lunigiana. Luni, città che darà il nome alla Lunigiana, divenne strategicamente molto importante. Il suo porto divenne molto fiorente, al punto che per i suoi marmi sfolgoranti trasse in inganno i Normanni che la scambiarono per Roma. La caduta dell’impero, il successivo abbandono e il parziale insabbiamento del porto provocarono la fine della colonia romana. Sotto il dominio bizantino, la Lunigiana costituì la Provincia Maritima Italorum.
La presenza bizantina in Lunigiana portò una struttura statale definita, mal sopportata dagli abitanti della Lunigiana a causa delle tasse impopolari che servivano a sostenere la guerra contro i Longobardi, appostati al confine a nord appena oltre gli Appennini. Di questo periodo, Filattiera e Filetto, sono le testimonianze più significative, con i loro veri presidi militari fortificati. La guerra tra Bizantini e Longobardi terminò nel 664, quando l’esercito longobardo, penetrò da sud in Lunigiana.
Luni e il suo territorio nel 664 caddero nelle mani dei Longobardi di Rotari. È questo il periodo delle missioni che dovevano eliminare il paganesimo sopravvissuto nel territorio. A testimonianza di ciò, il ritrovamento a Filattiera di una lapide dove si parla di Leodegar, probabilmente vescovo longobardo, morto nel 752, che convertì al Cristianesimo le popolazioni lunigianesi.