I VESCOVI DELLA DIOCESI DI LUNI

Il primo vescovo storicamente documentato della diocesi di Luni è San Felice, nella seconda metà del V secolo. Prima di lui vengono però segnalati San Basilio, che sarebbe il primo vescovo in assoluto e poi San Solario o Sant’Euterio.
In epoca altomedievale, tra il V e il VII secolo si succedettero diversi vescovi in periodi brevi di tempo: San Vittore, San Venanzio (tra essi alcuni storici segnalano anche Giusto e San Basilio II), il vescovo dell’altomedioevo di cui abbiamo Maggiore notizie; San Terenzio, forse martirizzato nel VII secolo tra i monti della Lunigiana, Lucio; Lazzaro I, che coincise con la venuta dei Longobardi e la caduta di Luni; Tommaso e Severo.
Tra l’VIII e il X secolo furono a capo della diocesi lunense Lintecario, forse il Leodgar dell’incisione ritrovata nella pieve di Sorano a Filattiera; Federado, Gualcherio, Petroaldo, Teodolasio, San Ceccardo, patrono di Carrara, martirizzato dai Normanni quando questi espugnarono Luni nell’860; Gualterio I che nell’884 consacrò il monastero benedettino di San Caprasio ad Aulla fondato da Adalberto I, marchese di Toscana; Odelberto, Anselmo e Adalberto forse facenti parte della consorteria obertenga; Gottifredo I, che fu vescovo fino al 998 e si scontrò duramente contro il cugino Oberto Opizzo I per rivendicare il diritto vescovile a nominare i titolari delle pievi lunigianesi.
Tra l’anno Mille e il 1300 i vescovi più importante furono Guido II (1051-1085), che ottenne la terza parte del Castello Aghinolfi di Montignoso e il castello di Regnano, Filippo II (1095-1118), che ampliò i possedimenti nel 1095 con il monte Caprione e le pievi di Ameglia, Trebiano ed Arcola, donati dal marchese Folco, figlio di Alberto Azzo II d’este, Pietro (1178-1190), che nel 1187 ottenne il permesso di spostare la sede della diocesi da Luni a Sarzana, aprovvò la fondazione di Avenza e recuperò le curtis di Soliera e Bolano; Gualtiero II (1193-1213), che trasferì fisicamente la sede episcopale con il beneplacido di Papa Innocenzo III; Guglielmo (1228-1272), a lungo vescovo, soffrì la discesa in Italia di Federico II e perse momentaneamente i castelli di Ponzanello, Fosdinovo e Vezzano e venne imprigionato dal 1241 al 1251; Enrico da Fucecchio (1273-1297), che tentò di riportare Luni alla sua grandezza dopo la movimentata tappa anteriore creando il Codice Pelavicino restaurando e recuperando castelli; Antonio Nuvolone da Camilla (1297-1307), intralciato nel suo episcopado dalle diverse signorie, perse definitivamente le lotte con i Malaspina con la pace di Castelnuovo del 1306, a cui partecipò Dante Alighieri.
Nell’epoca della decandenza dal punto dei vista dei possedimenti, la diocesi infatti rimaneva sempre vasta, ma nel XIV secolo i vescovi persero via via i loro possedimenti e si dedicarono solamente all’amministrazione religiosa della diocesi. Da segnalare in questo periodo Gherardino Malaspina (1312-1321), che vide continuare lo smembramento della diocesi; Bernabò Malaspina (1321-1338), che ricostruì parte del territorio dopo la caduta di Castruccio Castracani e cacciò i Pisani da Sarzana, Massa ed Avenza; Antonio Fieschi (1338-1343), ultimo vescovo ad avere una certa importanza dal punto di vista territoriale, occupò Pietrasanta dove fu avvelenato.
Per approfondire:
Cronologia dei vescovi della diocesi di Spezia-Sarzana-Brugnato