LA ZECCA DI TRESANA
La concessione medievale ai Malaspina di Tresana nel 1577 del privilegio di battere monete di argento e di bronzo avvenne con il marchese Guglielmo Malaspina, quasi sempre vissuto a Mantova, importante figura alla corte dell’imperatore Massimiliano II.
Il figlio Francesco Guglielmo, cortigiano imperiale in Germania, alla corte
di Vienna fino al 1587, alla corte medicea fino al 1591 e quindi alla corte estense a Ferrara, dal 1598 divenne marchese del feudo di Tresana. Sempre assente dal feudo, Francesco Guglielmo nominò luogotenente Castruccio Baldissori, che d’accordo con Claudio di Antonio Anglese o Jean Angles, maestro di zecca, si mise a coniare monete false di diversi stati europei.
Scoperto il maestro di zecca, il marchese ordinò al Baldissori di punire Jean Angles, che però venne fatto scappare. Tornato Francesco Gugliemo a Tresana, fece arrestare gli impostori e impose al maestro di zecca la condanna al rogo e al luogotenente la forca.
Ciò non bastò a evitare il clamore di tutta Europa e le accuse di colpabilità di Francesco Guglielmo. Il Papa Clemente addirittura ordinò un processo, a cui il marchese non si presentò e venne condannato a una multa esorbitante, pena la scomunica.
Francesco Guglielmo si negò al pagamento, dovendo riferire solo all’imperatore, ma una ribellione dei suoi sudditi, sobbillata da Pontremoli, in quell’epoca sotto il controllo spagnolo, lo costrinse a fuggire alla corte di Modena. Nonostante gli appelli alla propria innocenza e l’intercessione presso l’imperatore del Granduca di Toscana e dei duchi di Modena, di Parma e di Mantova, Francesco Guglielmo dovette prestare giuramento nel 1606 al re di Spagna per riavere il feudo di Tresana. I problemi della scomunica pendevano sempre sulla sua testa e poco dopo decise di abbandonare definitivamente il feudo, ritirandosi alla Mirandola, dove morì nel 1613.
Il figlio Guglielmo divenne il nuovo marchese di Tresana e nel 1623 ricominciò a battere moneta. Nel 1626 affittò la zecca al genovese Giovan Agostino Rivarola, abile falsificatore di monete, per cui dopo alterne vicende, il marchese venne accusato come il padre di contraffazione. Il governo del feudo si fece più difficile per le numerose sommosse e il 6 gennaio 1651 Guglielmo Malaspina venne ucciso da un’archibugiata, passando il feudo al governatore di Milano, che poi lo vendette nel 1660 a Bartolomeo Corsini, marchese fiorentino.
Per approfondire:
La storia di Tresana