LA PIEVE DI SANTO STEFANO DI SORANO, FILATTIERA
Tempo di lettura: 2 minuti.
Indice delle informazioni sulla pieve di Santo Stefano di Sorano, Filattiera:
- Descrizione
- Come arrivare
- Fotografie
- Video
- Approfondimenti
LA CHIESA
La pieve di Santo Stefano di Sorano si trova nella piana di Filattiera, lungo l’antico percorso della Via Francigena, in una zona di grande interesse storico.
Antica area di culto, come testimoniano le numerose statue stele ritrovate, ben sette, vide anche la costruzione nel I secolo a.C. di una fattoria di epoca romana, forse appartenuta a una "Gens Suria", un antico edificio di difesa oggi scomparso, il "Kastron Soreon", ricordato dal geografo imperiale del VII secolo Giorgio Ciprio.
Importante insediamento militare bizantino, nella zona dovette sorgere un edificio di culto pagano o una chiesa preesistente, dell'VIII-IX secolo, dove si trovava la Lapide di Leodgar, oggi nella chiesa di San Giorgio nel borgo storico, forse un vescovo o un gastaldo longobardo morto nel 752, fautore della cristianizzazione della Lunigiana e della distruzione di molti idoli di pietra, come si legge dalla lapide stessa.
Probabilmente dell'XI secolo, la pieve di Sorano viene menzionata per la prima volta nel 1148, nella Bolla di Eugenio III indirizzata al Vescovo Gottifredo II. Citata poi con frequenza fino agli estimi della Chiesa lunense del 1470-71, dove appare a capo di una vasta diocesi con possedimenti da Malgrate a Mulazzo, Filetto, Rocca Sigillina, Filattiera e altre ancora.
Restaurata una prima volta alla fine del XVI secolo con la copertura della chiesa, venne abbandonata nel XVIII secolo per l'insalubrità del luogo e il passaggio continuo di eserciti. A fine Ottocento fu acquisita dal comune di Filattiera e da alcune famiglie. Venne quindi costruito all'interno della pieve un muro che la divise in due per ampliare la zona dedicata alle sepolture e vennero costruite cappelle sepolcrali.
A inizio Novecento la pieve di Sorano appare fortemente degradata e senza tetto. Una serie di restauri la rimaneggiano parzialmente e nel 1924 permettono di riportare alla luce le prime statue stele.
Nel 1953, dopo aver subito danni dopo la seconda guerra mondiale, crolla in nuovamente il tetto, anche se in modo parziale.
Il restauro definitivo avviene in vista del Giubileo del 2000. Il 29 ottobre 2000 viene ufficialmente riaperta al culto.
Il materiale di costruzione ne conferma l’origine povera: pietre in arenaria del fiume Magra non sbozzate e assemblate tra loro con malta.
La facciata è tipicamente a capanna, con un rosone polilobato a sormontare il semplice portale. Sulla sinistra si intuiscono due sovrapposizioni, aperture poi chiuse. La facciata attuale è stata rialzata durante il restauro del 2000 e la discontinuità tra le due epoche è evidente.
L’impianto a tre navate e tre absidi è unico in Lunigiana. L'interno è sobrio e poco illuminato, con poche decorazioni e il presbiterio leggermente sopraelevato.
Separano le navate due file di pilastri circolari con grandi archi a doppia ghiera e capitelli appena abbozzati.
Nella parte sinistra sono rimaste le tre coppie di archi e pilastri ottocenteschi che delimitavano le cappelle sepolcrali. La parete è inclinata verso l'esterno, rafforzata da due contrafforti. Appoggiata in controffaciata si trova la statua stele Sorano I, la prima ritrovata, mentre nell'abside è posto un tabernacolo in pietra, forse proveniente dalla scomparsa abbazia di Linari.
Nella navata centrale si apprezza il cornicione in cotto che ci segnala dove fosse situato il tetto, la parte di muro superiore è opera dell'ultimo restauro. Una delle poche decorazioni si trova sopra la prima colonna di sinistra, un bassorilievo di pietra rappresentante una antropomorfa, di difficile interpretazione, forse un bambino o una figura apotropaica.
La navata di destra è priva di decorazioni; sulla parete sono visibili alcune aperture tamponate, due finestre ed un arco, da collegare forse con un precedente edificio difensivo collegato con la torre campanaria.
Quest'ultima è tozza, a base quadrangolare, caratterizzata da tre fasi costruttive: in basso la parte più antica, con conci grossi squadrati; a metà , coeva alla costruzione della pieve, con ciottoli non squadrati; in alto con pietre piccole disposte irregolarmente.
La parte più interessante è forse quella absidale, formata appunto dall'abside maggiore e da quelle laterali. L'abside maggiore è la più lavorata, con tre monofore, semicolonne addossate a lesene e decorazioni a losanga. Le altre due hanno una sola monofora e sono più semplici. Sopra l'abside maggiore è posta una figura apotropaica.
Come arrivare alla pieve di Santo Stefano di Sorano, Filattiera
Le fotografie della pieve di Santo Stefano di Sorano, Filattiera