LA STORIA DI PORTOVENERE

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Portovenere fu abitata già in epoca romana, come testimoniano l’itinerario Marittimo dell’imperatore Antonino Pio nel 161 d.C. e la villa romana del Varignano. Base bizantina, nel 643 il piccolo borgo fu distrutta dai Longobardi di Rotari.
La rinascita avvenne nel Medio Evo, con lo sviluppo di un importante movimenteo monastico sulle isole del Tino e del Tinetto. Nel 1113 Genova acquistò Portovenere dal feudatario Grimaldo da Vezzano, per contrastare le mire espansionistiche di Pisa. Venne quindi costruito il "Castrum novum", la chiesa di San Lorenzo e le case assunsero la la forma delle case torri, addossate le une alle altre, con funzioni di abitazioni e di difesa. Nel 1160 vennero erette le mura, tre torri e la porta d’ingresso al borgo e l’anno successivo venne rinnovato il "Castrum vetus" nel piazzale di San Pietro. Grazie all’aiuto offerto a Genova per la conquista di Lerici nel 1256, Genova innalzò la chiesa di San Pietro.
Nel 1340, un violento incendiò distrusse il "Castrum vetus" e la parte alta del borgo, segnando così l’inizio del declino di Portovenere, che seguì legando le sue sorti alla Repubblica di Genova. Nonostante la perdita di importanza militare, anche per l’accrescersi dell’importanza della Spezia, il borgo si distinse nella navigazione commerciale.